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sabato 2 luglio 2011

Something is happening in Italy, galleria Lia Rumma , Napoli, 1990

Something is happening in Italy, 1990
a cura di Carolyn Christov-Bakargiev

galleria Lia Rumma , Napoli

Salvatore Falci, Portici, erba su forex, 1990

Pino Modica, Abbeveratoio, legno, pellicola fotografica, impianto luce, 1990

Abbeveratoio predisposto in un maneggio per cavalli. Il fondo inizialmente, era in vetro, e al di sotto , nel terreno, erano collocate due macchine fotografiche con scatto comandato a distanza . Il fondo è stato successivamente riempito d'acqua e gli scatti documentano l'abbeverarsi dei cavalli.
L'immagine è stata ricomposta in fotocolor con retro illuminazione ed è stata ricollocata sul fondo dell'abbeveratoio con l'aggiunta di acqua.


Cesare Pietroiusti, Via Vannella Gaetani 12, Napoli, 25 marzo 1990, 1990, 
cm 210x180x15

L'artista espose un 'muro' che riproduceva anteriormente le finestre di un palazzo vicino alla galleria, a cui corrispondevano, sulla faccia posteriore, le vedute degli interni su cui le stesse finestre si affacciavano. Nel titolo di quest'opera - Via Vannella Gaetani 12, Napoli 25 marzo 1990 - si trovava il riferimento all'indirizzo che identificava il palazzo e quello alla data in cui erano state eseguite le fotografie.


Stefano Fontana, Cabina telefonica, 1990, dimensioni reali

Si prenda, ad esempio, l'opera di Stefano Fontana. E' una cabina d'acciaio con un telefono giallo. Dunque, un oggetto intransitivo, lucido, splendente. Un oggetto, che, prima di essere collocato in galleria (in mostra), dunque in un luogo deputato all'arte, è stato utilizzato proprio come cabina telefonica nel centro di Milano. Il telefono, naturalmente, non funzionava, facendo dannare la gente che, inconsapevole, affidava a quell'oggetto incerti racconti indignati. Inconsapevole, si è detto, del fatto che l'autore a loro ignoto, appunto Stefano Fontana, aveva nascosto un registratore che puntualmente raccoglieva le loro confessioni (amare, cattive, ironiche). Ora la cabina e il telefono giallo, divenuti opera, occupano lo spazio della galleria e si offrono ad un altro pubblico e ad un altro uso. Così, lo splendore dell'oggetto è contraddetto, messo in gioco, da questa sottile manovra dell'artista, da questa differente strategia.
(da Angelo Trimarco, I segnali quotidiani, in piena luce, Il Mattino, 15-5-1990)

vignetta apparsa in La Settimana Enigmistica, marzo 1991


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