Visualizzazioni totali

giovedì 12 dicembre 2013

Stefano Romano, Vuoi giocare?, 2002


Stefano Romano
Vuoi giocare?

galleria Alice&Altri lavori in corso, febbraio 2002

 invito


comunicato stampa
Il gioco è un fattore molto importante della vita di ogni persona, è una delle prime cose che impariamo da bambini; tuttavia crescendo questo elemento viene messo sempre più in secondo piano, abbandonato o comunque trasformato. Il gioco è un confronto tra due o più persone (o con se stessi) ed i meccanismi che si attivano durante una partita sono quelli della vera e propria sfida: l'accanimento, l'insicurezza dei movimenti, l'imitazione delle mosse dell'avversario, la concentrazione e le smorfie del volto, la paura di sbagliare o di favorire l'avversario. Questi meccanismi si attivano sempre e comunque, chiunque sia la persona con la quale si sta gareggiando, forse anche perché giocare contro qualcuno ci da la possibilità di mandare dei messaggi a chi ci sta di fronte senza bisogno della comunicazione verbale, ma usando i nostri gesti, le nostre azioni come mezzo per esprimere ciò che vorremmo dire all'altro, in maniera non meno efficace. Vuoi giocare? prevede una serie di incontri tra le persone tramite un gioco da tavolo: "Jenga". Il gioco consiste nel mantenere in equilibrio una torre di mattoncini in legno disposti in file di tre alternate una sopra l'altra a formare una torre. A turno i due sfidanti tolgono un mattoncino da una fila qualsiasi della torre e lo ridispongono sopra l'ultima fila (quella più alta) dalla quale non si possono togliere mattoncini. Lo svolgersi del gioco rende sempre più alta ed instabile la torre e naturalmente sempre più difficoltosa l'azione del togliere e mettere. Colui che sfilando un mattoncino da sotto la costruzione o sistemandolo sopra la farà cadere avrà perso l'incontro. A tutti i partecipanti verrà regalato alla fine della partita un mattoncino dove è stata stampata la frase: "La pazienza è vittoria".

Stefano Romano, Vuoi giocare?
stampa fotografica, cm. 13x18, 2002
 
 Stefano Romano, Vuoi giocare?
stampa fotografica, cm. 13x18, 2002

Un effetto non del tutto secondario di questo allargamento del campo d'azione è il progressivo allontanamento dell'oggetto dal centro della scena dell'opera, che viene ad essere occupato più chiaramente dall'esperienza vissuta dai fruitori.
Questo fenomeno è estremamente evidente in Vuoi giocare? (galleria Alice&Altri lavori in corso, Roma, febbraio 2002) di Stefano Romano, in cui l'oggetto implicato - un esemplare del Jenga, a cui i visitatori vengono invitati a giocare – non è altro che un prodotto assolutamente di serie, sui cui moduli l'artista si è limitato a stampigliare la frase: la pazienza è vittoria. Il gioco consiste sommariamente nell'innalzamento di una torre, utilizzando i mattoncini modulari che vengono sfilati a turno dai due giocatori: chi fa cadere la torre, perde. Il centro della scena è quindi occupato dalla relazione che si stabilisce tra i due giocatori, compresa tra le opposte polarità della complicità (i due giocatori si aiutano a vicenda nel tentativo di costruire la torre più alta possibile) e dell'antagonismo (le mosse dei giocatori sono volte a mettere in difficoltà l'altro - che in questo caso diviene avversario - e a provocare il crollo della torre il più rapidamente possibile). La struttura di questa relazione rappresenta il centro d'attenzione attorno a cui si distribuiscono le aspettative del pubblico, che culminano e si sciolgono nel punto di catastrofe costituito dall'inevitabile crollo della torre.