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sabato 2 luglio 2011

Appunti per una videografia piombinese, 2000

Appunti per una videografia piombinese

di Domenico Nardone

conferenza tenuta a Siena nell'ambito della IX edizione del Video Festival Visionaria, il 20-10-2000

estratto pubblicato in D.Nardone, Internicatalogo Visionaria, Siena 2000, p.105




   Nel 1985, in occasione dei suoi esordi come artista, Pino Modica realizzò un video della durata di circa 7-8 minuti e intitolato Rilevazioni estetiche.
Una domenica, l'artista aveva installato nel prato antistante la torre di Pisa uno strumento da lui concepito che apparentemente sembrava atto a misurarne il grado d'inclinazione. In realtà lo strumento celava al suo interno una telecamera che veniva attivata da un interruttore a campo elettromagnetico ogni qual volta qualcuno accostava l'occhio all'oculare. Il video Rilevazioni estetiche non era altro che il prodotto della giustapposizione di una serie di riprese effettuate da 'operatori' casuali e del tutto inconsapevoli di quanto stavano facendo.
Per una strana coincidenza questo lavoro fu presentato al pubblico per la prima volta proprio nella cittù di Siena, in occasione della mostra Una nuovissima generazione nell'arte italiana curata da Enrico Crispolti e allestita presso la Fortezza medicea. In quella circostanza Modica si limitò ad esporre soltanto lo strumento - il cosiddetto Rilevatore estetico - corredato da alcuni disegni tecnici. L'anno successivo, sempre a Siena, stavolta nell'ambito di una mostra del Gruppo di Piombino, intitolata L'Arte d'ingannare, curata dal sottoscritto per la Galleria Il Prisma allora diretta da Mauro Tozzi, venne presentato il video vero e proprio.
Le Rilevazioni estetiche nascevano dall'impostazione teorica comune al Gruppo di Piombino - di cui allora facevano parte, oltre allo stesso Modica, Salvatore Falci e Stefano Fontana e a cui successivamente si aggiunse Cesare Pietroiusti - che considerava la figura dell'artista come quella del promotore di un processo di produzione estetica attivato in seno ad un contesto socioambientale. In questa chiave il Rilevatore estetico, giova ripeterlo, si presentava come uno strumento che, rispetto alla sua funzione apparente di apparecchio atto a misurare il grado d'inclinazione della Torre, lasciava affiorare alcuni elementi d'incongruenza. La presenza di questi elementi d'incongruenza non immediatamente percettibili lo trasformava, nelle mani di chi occasionalmente si decideva ad usarlo, in un oggetto-problema, attivando conseguentemente delle strategie comportamentali di problem-solving.
Ora, se definiamo il comportamento estetico come una ridondanza rispetto alla mera economia esecutiva di un compito, il processo di apprendimento per tentativi e errori innescato dalla necessità di risolvere un problema che improvvisamente si presenta appare di per sé come una produzione potenzialmente estetica. Tanto più quando, come nel caso del Rilevatore estetico, il problema non ha soluzione, non avendo lo strumento altra funzione che quella tautologica di registrare i tentativi messi in atto per decifrarla.

Dopo le Rilevazioni estetiche, Modica torna a realizzare un video soltanto nel 1992, nel contesto dell'opera Buono di prenotazione d'acquisto. Quest'opera di poco successiva all'ultima mostra del Gruppo di Piombino - curata da Catherine Arthus-Bertrand per l'Art Contemporain Guerigny nel luglio del 1991 - che segna l'effettivo scioglimento di questo sodalizio. Delle opere di transizione, Buono di prenotazione d'acquisto, ha pertanto, come vedremo tra breve, tutte le caratteristiche, mostrandoci uno scenario ben diverso da quello precedentemente descritto.
In prossimità delle festività natalizie, gli operatori commerciali di Piombino si videro recapitare la seguente lettera a firma del presidente della Confesercenti:

Nei prossimi giorni e' possibile che si presentino, presso le vostre attivit cittadini extra-comunitari muniti di un buono di prenotazione, di cui vi alleghiamo fac-simile, per effettuare acquisti per un importo a loro discrezione (per un massimo di lit. 250.000).
Vi invitiamo a collaborare compilando la tessera di prenotazione, controllando il residuo spendibile dell'importo complessivo di lit. 250.000.
Nei giorni immediatamente successivi si presenterà un incaricato della CGIL per provvedere al ritiro della merce ed al relativo pagamento.
Vi ringraziamo per la disponibilità e Vi assicuriamo che l'operazione è corretta e presenta tutte le garanzie.
Cordiali saluti

Come si evince da questa lettera, Pino Modica aveva ottenuto per la realizzazione di quest'opera la collaborazione della Confesercenti e della CGIL Immigrazione di Piombino. L'artista aveva finanziato 6 buoni di prenotazione d'acquisto del valore di lit.250.000 l'uno. Questi buoni erano stati distribuiti ad altrettanti cittadini extracomunitari tramite un sorteggio svoltosi presso i locali della sezione della CGIL. Gli immigrati avevano potuto spenderli in prenotazioni d'acquisto presso un qualunque esercizio cittadino da loro scelto. Successivamente l'artista presentò in una mostra sei basi che raccoglievano ognuna le merci scelte da ciascuno dei sei acquirenti extracomunitari. Nella mostra era presente anche un video della durata di circa 45', realizzato dall'artista in corso d'opera, che documentava esclusivamente il modo in cui egli aveva presentato l'iniziativa all'assemblea degli immigrati e le discussioni che ne erano seguite, nonché le fasi finali della lotteria con cui erano stati assegnati i sei buoni di prenotazione d'acquisto.
La teoria dell'arte come induzione di comportamenti estetici, secondo la definizione di deviazioni e scarti da una logica esecutiva che ne ho dato in precedenza, presiede ancora in qualche modo alla genesi di quest'opera. L'artista crea infatti una situazione in cui i sei immigrati prescelti dalla sorte sono per così dire obbligati ad esprimere delle scelte estetiche. La possibilità di acquisire gratuitamente delle merci depriva infatti il loro comportamento dei criteri d'orientamento di ordine economico. Conseguentemente osserviamo le loro scelte dirigersi decisamente, anziché verso generi di prima necessità verso generi di lusso: scarpe Reebock, stereo portatile o un sofisticatissimo frullatore.

L'aumento di complessità della situazione innescata da Buono di prenotazione d'acquisto rispetto al già discusso Rilevatore estetico è però tale da soverchiare questa struttura di base. Il portato di Buono di prenotazione d'acquisto è infatti quello di una vera e propria dinamica che investe un'ampia porzione della sfera sociale: pensiamo ad esempio alla destrutturazione che viene ad operarsi nel modello percettivo che il commerciante ha per solito dell'immigrato, vederselo comparire anziché nelle consuete vesti di questuante in quelle di acquirente di prodotti di lusso.
Lo stesso artista sembra rendersi conto dell'inadeguatezza della raccolta e classificazione degli oggetti acquistati a narrare quanto avvenuto e affianca loro il già nominato videodocumentario.
In un allestimento successivo, realizzato per la mostra Molteplici culture curata da C.Christov-Bakargieff e L.Pratesi presso il Museo del Folklore a Roma, gli oggetti scendono dalle basi di presentazione e vengono semplicemente disposti dall'artista lungo una scalinata che introduce al monitor su cui scorrono le immagini del documentario.

Pino Modica, Buono di prenotazione d'acquisto, istallazione, 
Museo del Folklore, Roma, 1992

Giungiamo cosal 1998 quando, per la realizzazione dell'opera Interni presentata in questa occasione, Modica è tornato a girare dei video.
Ad alcuni nuclei familiari stato chiesto di ospitare per un periodo di quindici giorni, nelle proprie abitazioni e nella stanza da essi indicata come maggiormente 'vissuta', una telecamera fissa racchiusa all'interno di un contenitore di plastica. L'attivazione della telecamera - del cui meccanismo di funzionamento gli ospiti non venivano messi al corrente - era regolata da un sensore che avviava riprese della durata di dieci secondi ogni qual volta i rumori ambientali superavano una certa soglia d'intensità. Nella pratica, questo meccanismo di attivazione ha dimostrato una certa autonomia dal parametro sopradescritto, incrementando ulteriormente il carattere a random delle riprese.
Secondo queste modalità sono stati realizzati tre cortometraggi - tanti quanti i nuclei familiari che hanno accettato di ospitare la telecamera - che risultano dal sommarsi automatico delle brevi sequenze di dieci secondi. Tutto il girato è presentato integralmente, senza operare tagli o manipolazioni di alcun genere in sede di montaggio.

Nonostante la piena consapevolezza che gli ospiti avevano di poter essere ripresi dalla telecamera, l'incidenza di comportamenti coatti appare in forme molto circoscritte e facilmente identificabili (ad es. una sequenza in cui si vedono due persone di fronte alla telecamera interrogarsi a vicenda sul suo funzionamento). Una rapida rimozione della consapevolezza è legata soprattutto al fatto che i soggetti vengono ripresi in seno alla rassicurante intimità del proprio ambiente familiare ed in parte alla difficoltà oggettiva di mantenere un pieno controllo della coscienza sulle proprie azioni ventiquattr'ore su ventiquattro.
Viceversa, come chiunque l'abbia visto ha potuto notare, nei soggetti implicati nell'esperimento televisivo del Grande Fratello la consapevolezza di essere ripresi non viene mai meno, non foss'altro per l'incombenza a cui sono tenuti di portarsi sempre appresso il microfono. A questo si aggiunge il carattere del tutto artificiale e inconsueto dell'ambiente architettonico e sociale in cui si trovano ad agire, oltre al condizionamento che le regole spietate del gioco ad eliminazione esercitano su di loro. Assistiamo quindi in questa situazione al proliferare di comportamenti coatti quali balletti davanti alle telecamere, monologhi davanti allo specchio, messa in scena di flirt ad evidente uso e consumo degli spettatori, etc.

Il percorso che si delinea attraverso la disamina di queste tre opere marca in primo luogo la progressiva scomparsa dalla scena di qualsivoglia manufatto a cui possa essere attribuito seppure in extremis lo statuto classico di oggetto d'arte. Semplice strumento d'induzione nel caso del Rilevatore estetico, testimone reticente e quasi afasico, tanto da essere sospinto ai margini della scena dal videodocumentario in Buono di prenotazione di acquisto, del tutto assente in Interni.
In quest'ultimo caso, oltre che agli oggetti d'orpello, l'artista rinuncia anche a introdurre un proprio progetto o se stesso nella sfera del reale quotidiano al fine d'indurvi la produzione di comportamenti estetici, limitandosi ad osservare e registrare con una partecipazione sempre più discreta quelli che spontaneamente si producono nella ripetizione, solo apparentemente sempre uguale a se stessa, dei nostri comportamenti abituali.

La teoria dell'arte come produzione di comportamenti estetici sembra approdare con Interni alla conclusione che questi si producono spontaneamente nella realtà di tutti i giorni e che il ruolo dell'artista e la funzione dell'arte consistano nel saperli discernere e mettere in evidenza. Si tratta, in altre parole, di saper guardare; come diceva il grande pittore naturalista inglese, Constable, senza ricorrere al solito Duchamp, non dipingo quello che vedo, ma vedo quello che dipingo. Quello che dipingo, la pittura e più in generale tutta l'arte, come atto di fondazione di uno sguardo particolare su quanto abbiamo tutti i giorni dinanzi agli occhi.

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