Galleria Alice & Altri lavori in corso
di Emilia Jacobacci
di Emilia Jacobacci
pubblicato in Archivio Zenit, http://www.luxflux.net/zenit/300103.htm, 2003
Ed è così che nacque lentamente
questa storia di Alice e il suo sognato
paese. Poi via via, pazientemente,
ogni episodio ad altri fu legato.
Ora la barca sul finir del giorno
col suo equipaggio a casa fa ritorno.
questa storia di Alice e il suo sognato
paese. Poi via via, pazientemente,
ogni episodio ad altri fu legato.
Ora la barca sul finir del giorno
col suo equipaggio a casa fa ritorno.
(Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie)
Nel panorama delle gallerie romane di recente apertura si è inaugurata, con una personale di Pino Modica, nel novembre 2000, Alice & Altri lavori in corso, lo spazio espositivo di Domenico Nardone e Marco Rossi Lecce.
Come testimoniato dal nome, che nasce dall'eredità e dalla fusione dei nomi delle precedenti gallerie di Nardone e Lecce, la proposta di Alice & Altri lavori in corso è frutto delle esperienze condotte dai galleristi nel corso degli anni e si distingue nella vetrina romana per una scelta artistica che, seppure continuamente aperta e in fieri, in luogo d'offrirsi come accattivante quanto mediocre vetrina per la novità di tendenza, si pone come risultato di una visione dell'arte lucida e consapevole, maturata in anni di continua attività.
Come testimoniato dal nome, che nasce dall'eredità e dalla fusione dei nomi delle precedenti gallerie di Nardone e Lecce, la proposta di Alice & Altri lavori in corso è frutto delle esperienze condotte dai galleristi nel corso degli anni e si distingue nella vetrina romana per una scelta artistica che, seppure continuamente aperta e in fieri, in luogo d'offrirsi come accattivante quanto mediocre vetrina per la novità di tendenza, si pone come risultato di una visione dell'arte lucida e consapevole, maturata in anni di continua attività.
L'esperienza di gallerista di Domenico Nardone, inscindibile da quella di teorico dell'arte e militante, risale infatti al 1983, quando, con Daniela De Dominicis e Antonio Lombardi, veniva aperta a Roma, negli spazi sconsacrati di una chiesa del complesso della Scala Santa, la galleria Lascala. E' in questo periodo che Nardone, con l'avanguardia del Gruppo di Piombino, viene elaborando la tesi di un'arte sperimentale, profondamente legata al vissuto quotidiano e in grado di agire sul nostro modo di percepire la realtà (tesi che Nardone aveva iniziato a teorizzare già nell'ambito degli studi del Centro Jakartor di Sergio Lombardo ma che poi avrebbe portato avanti in maniera autonoma) e qui vengono presentati per la prima volta al pubblico romano, con la mostra "Sosta Quindici Minuti" i lavori di Salvatore Falci, Stefano Fontana e Pino Modica a cui più tardi si aggiungerà Cesare Pietroiusti.
Sono di questi anni i "Contenitori Ideologici" di Stefano Fontana (aprile 1985) , i "Rilevamenti estetici" di Pino Modica (novembre 1985), i graffiti involontari di "Itaj-Doshin" di Salvatore Falci ( dicembre 1985).
Sono di questi anni i "Contenitori Ideologici" di Stefano Fontana (aprile 1985) , i "Rilevamenti estetici" di Pino Modica (novembre 1985), i graffiti involontari di "Itaj-Doshin" di Salvatore Falci ( dicembre 1985).
L'attività di Domenico Nardone, dagli anni de Lascala (1983-1985) alle successive esperienze de Lascala c/o (1985-1986) , fino al periodo milanese in collaborazione con Sergio Casoli (1987), resterà sempre ben definita e coerente con questa proposta estetica per un'arte non ludicamente evasiva ma concretamente attiva nella realtà. E' sulla base di queste premesse che va vista l'esperienza di Alice (1988-1992), la galleria romana di via Monserrato, che deve il suo nome, significativamente, ad "Alice nel paese della realtà", titolo del testo in catalogo con cui Domenico Nardone aveva presentato il gruppo di Piombino a Milano.
Alice dunque come spazio e come dichiarazione d'intenti: per un'arte che non sia rifugio in un mondo immaginario e fiabesco ma possa aprire e aprirci gli occhi in presa diretta su ciò che ordinariamente ci circonda e che rischiamo di non vedere più.
Dal 1988, per quattro anni, Alice diventa il territorio di questa azione consapevole: la volontà di dare spazio ad un'arte non utopisticamente rivoluzionaria o nichilisticamente autoreferenziale, ma in relazione con il vissuto che abitualmente finisce per costruire, senza rendercene coscienti, l'orizzonte della nostra esistenza.
Alice dunque come spazio e come dichiarazione d'intenti: per un'arte che non sia rifugio in un mondo immaginario e fiabesco ma possa aprire e aprirci gli occhi in presa diretta su ciò che ordinariamente ci circonda e che rischiamo di non vedere più.
Dal 1988, per quattro anni, Alice diventa il territorio di questa azione consapevole: la volontà di dare spazio ad un'arte non utopisticamente rivoluzionaria o nichilisticamente autoreferenziale, ma in relazione con il vissuto che abitualmente finisce per costruire, senza rendercene coscienti, l'orizzonte della nostra esistenza.
A questi anni, tra la fine degli anni ottanta e i primi novanta, risale la conoscenza e l'amicizia tra Nardone e Marco Rossi Lecce: a metà degli anni ottanta Marco Rossi Lecce aveva aperto nei pressi del Pantheon un suo spazio espositivo, la galleria Il campo, e fin da subito aveva iniziato a collaborare con Domenico Nardone presentando spesso i lavori del Gruppo di Piombino. (...)
L'affinità di vedute e le assidue collaborazioni di questo periodo portano nel 1991 i due galleristi a concepire un progetto comune: nasce così "Storie", collettiva in cui venivano esposti i lavori dei piombinesi accanto a quelli di artisti internazionali (Henry Bond, Sophie Calle, Willie Doerthy, Christian Marclay, Sam Samore) mostra presentata prima a Roma, poi a Milano e a Torino.
Priva di impostazioni ideologiche o di un punto di vista assoluto, Storie è uno sguardo sulla realtà molteplice e sfaccettato che non offre una verità alternativa né punti d'appoggio o Grandi Risposte, ma ci riconduce ad una fenomenologia del quotidiano con un approccio nuovo aprendoci, attraverso i dettagli del nostro vivere, ad una nuova consapevolezza. L'impronta di una mano lasciata su qualsiasi oggetto in un bar (Pino Modica, Bar Giuliani, 1991), le conversazioni spiate dietro una porta (C.Marclay, 80 East 11th street, 1991), i dettagli del corpo ingigantiti di Sam Samore diventano allora frammenti attraverso cui ricostruire una realtà quotidiana sfuggente fatta di comportamenti, differenze e identità spesso offuscate dalla massificazione omologante.
Priva di impostazioni ideologiche o di un punto di vista assoluto, Storie è uno sguardo sulla realtà molteplice e sfaccettato che non offre una verità alternativa né punti d'appoggio o Grandi Risposte, ma ci riconduce ad una fenomenologia del quotidiano con un approccio nuovo aprendoci, attraverso i dettagli del nostro vivere, ad una nuova consapevolezza. L'impronta di una mano lasciata su qualsiasi oggetto in un bar (Pino Modica, Bar Giuliani, 1991), le conversazioni spiate dietro una porta (C.Marclay, 80 East 11th street, 1991), i dettagli del corpo ingigantiti di Sam Samore diventano allora frammenti attraverso cui ricostruire una realtà quotidiana sfuggente fatta di comportamenti, differenze e identità spesso offuscate dalla massificazione omologante.
Storie può forse considerarsi l'ultimo importante progetto che Domenico Nardone e Marco Rossi Lecce conducono insieme come titolari di spazi distinti. Conclusasi infatti quasi contemporaneamente, a metà degli anni novanta, l'attività delle due gallerie, nel 2000 Domenico Nardone e Marco Rossi Lecce decidono di aprire un nuovo spazio, stavolta insieme, unendo le diverse ma affini esperienze degli anni delle rispettive gallerie Alice e Altri lavori in corso.
A testimoniare l'impostazione di questo nuovo spazio Alice & Altri lavori in corso, basata sulla continuità con il passato, oltre al nome, è la scelta di inaugurare per la mostra d'apertura, il 26 ottobre 2000, con un artista dell'ormai sciolto Gruppo di Piombino: Pino Modica.
Non si tratta, né in questo caso né nelle successive mostre che in seguito verranno dedicate agli artisti di Piombino (Stefano Fontana "Unione Depauperati Consapevoli", 26 Gennaio 2001, Salvatore Falci " Dai Parliamone" , aprile 2002 , Cesare Pietroiusti "The Other's Gaze - Lo sguardo dell'altro", novembre 2002) di un nostalgico amarcord o di un ostentato recupero di un'esperienza storicamente conclusa ma di presentare i diversi punti di arrivo a cui, partendo da un discorso comune, sono approdati oggi individualmente Modica, Fontana, Falci e Pietroiusti.
Se infatti, come esperienza di gruppo, quella degli artisti Piombino può dirsi conclusa, ciò che resta attuale è la teoria a fondamento delle loro operazioni e la volontà di dare spazio ad una proposta artistica il cui margine di senso sia nella capacità di agire e intervenire sulla consapevolezza di noi stessi e della realtà.
Questa la ragione ultima dei lavori degli artisti di Piombino, ma anche a ben guardare, la ragione ultima di ogni opera d'arte che sia veramente tale e che - attraverso diverse modalità estetiche - resta il punto di partenza di ogni lavoro presentato alla galleria Alice & Altri lavori in corso.
A testimoniare l'impostazione di questo nuovo spazio Alice & Altri lavori in corso, basata sulla continuità con il passato, oltre al nome, è la scelta di inaugurare per la mostra d'apertura, il 26 ottobre 2000, con un artista dell'ormai sciolto Gruppo di Piombino: Pino Modica.
Non si tratta, né in questo caso né nelle successive mostre che in seguito verranno dedicate agli artisti di Piombino (Stefano Fontana "Unione Depauperati Consapevoli", 26 Gennaio 2001, Salvatore Falci " Dai Parliamone" , aprile 2002 , Cesare Pietroiusti "The Other's Gaze - Lo sguardo dell'altro", novembre 2002) di un nostalgico amarcord o di un ostentato recupero di un'esperienza storicamente conclusa ma di presentare i diversi punti di arrivo a cui, partendo da un discorso comune, sono approdati oggi individualmente Modica, Fontana, Falci e Pietroiusti.
Se infatti, come esperienza di gruppo, quella degli artisti Piombino può dirsi conclusa, ciò che resta attuale è la teoria a fondamento delle loro operazioni e la volontà di dare spazio ad una proposta artistica il cui margine di senso sia nella capacità di agire e intervenire sulla consapevolezza di noi stessi e della realtà.
Questa la ragione ultima dei lavori degli artisti di Piombino, ma anche a ben guardare, la ragione ultima di ogni opera d'arte che sia veramente tale e che - attraverso diverse modalità estetiche - resta il punto di partenza di ogni lavoro presentato alla galleria Alice & Altri lavori in corso.
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