Occupazione della cupola di S.Ivo alla Sapienza
Roma, 1968
Dal 19 al 21 febbraio tre attivisti del gruppo degli Uccelli “occupano” la lanterna della cupola di S.Ivo alla Sapienza
Sì, sono stato io a portare gli "Uccelli" su quel campanile, racconta Paolo Portoghesi, sapevo bene chi erano questi tre ragazzi, erano miei allievi. Io ero conosciuto dai custodi e quindi ci hanno fatto entrare. Non avevo idea che avessero intenzione di restare lassù. Però avevo capito che questo faceva parte di una storia che stavano scrivendo. Mi piacevano, gli "Uccelli", li avevo visti nelle assemblee: non parlavano, facevano il verso degli uccelli. Mi sembrava un gesto poetico e anche, allo stesso tempo, una scelta coraggiosa, un connubio di poesia e coraggio. L'occupazione del campanile divenne un fatto mediatico. Fu un'anticipazione delle occupazioni che sono seguite.
A Roma il Sessantotto iniziò così. Non deve essere stato facile arrivare fin lassù... E no, è una bella storia. Abbiamo fatto una scaletta a pioli di ferro, siamo arrivati sopra il tamburo. Qui altri gradini portano alla lanterna. Poi una scala a chiocciola va fino alla spirale, che fa da parapetto a un viottolo che sarà largo sì e no 50 centimetri. Una nuova porticina porta a un buco cilindrico attraverso il quale siamo arrivati alla gabbia metallica. E lì ci sono quei raggi di travertino simili alle fiamme di un fuoco: credo che questo fuoco li abbia affascinati perché poi, quando ero preside a Milano, gli Uccelli vennero e dipinsero nell'Aula Magna un fuoco. Fecero un affresco nel quale coinvolsero Schifano, Angeli. Credo che sia ancora lì.
A Roma il Sessantotto iniziò così. Non deve essere stato facile arrivare fin lassù... E no, è una bella storia. Abbiamo fatto una scaletta a pioli di ferro, siamo arrivati sopra il tamburo. Qui altri gradini portano alla lanterna. Poi una scala a chiocciola va fino alla spirale, che fa da parapetto a un viottolo che sarà largo sì e no 50 centimetri. Una nuova porticina porta a un buco cilindrico attraverso il quale siamo arrivati alla gabbia metallica. E lì ci sono quei raggi di travertino simili alle fiamme di un fuoco: credo che questo fuoco li abbia affascinati perché poi, quando ero preside a Milano, gli Uccelli vennero e dipinsero nell'Aula Magna un fuoco. Fecero un affresco nel quale coinvolsero Schifano, Angeli. Credo che sia ancora lì.
(da Renata Mambelli, 'In cima al campanile di Sant'Ivo quel febbraio in cui scoppiò il '68', La Repubblica, 3 marzo 2008)
Gli Uccelli, 1968
Al centro Paolo Ramundo, sopra di lui Martino Branca e ancora più in alto Guido Menocci. Alla sua sinistra Giampiero Moltedo e più in basso il futuro giornalista Paolo Liguori.
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