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domenica 12 giugno 2011

Salvatore Falci, Azioni costanti, 1987




Ludovico Pratesi, In mostra le tele calpestate, in La Repubblica, Cronaca di Roma, 13 marzo 1987

2 commenti:

  1. il posto più divertente degli anni ottanta!

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  2. già nel comunicato si fa riferimento al rapporto formale con il graffitismo, che a differenza del lavoro di Falci usa la "simulazione". in effetti mi sembra che il graffitismo degli anni ottanta, per quanto dirompente nella sua strategia di appropriazione della città, è sempre legato all’idea di una espressività personale, c’è sempre la figura dell’artista-geniale, in più anche naif e “selvaggio” che che opera liberando la propria espressività sulle grandi pagini delle mura metropolitane. L’autorialità e il soggettivismo sono nelle pratiche del graffitismo americano degli anni ottanta ancora fortemente presenti. Qui invece l’approccio è radicalmente differente, la creatività è inconsapevole e "preterintenzionale" ;)

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