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domenica 12 giugno 2011

L'arte d'ingannare, 1985

L'Arte d'ingannare
Salvatore Falci, Stefano Fontana, Pino Modica
a cura di Domenico Nardone

galleria Il Prisma, Siena, 1985


   Nel 1985 si tiene alla galleria Il Prisma di Siena la mostra L’arte di ingannare in cui il gruppo dei Pombinesi presenta le opere già esposte a Lascala.
Qui Fontana fa il primo esperimento con Emettitore-Ricevitore.
Alla mostra segue il convegno L’arte di ingannare, organizzato da Carla Rocchi presso l’istituto di Estetica dell'Università di Siena nel maggio 1986, in cui intervengono gli artisti e Domenico Nardone.
Il titolo della mostra prende spunto dall’articolo di Augusta Monferrini apparso su L'Espresso del 31 marzo 1985.

   Interpretando il lavoro dei Piombinesi come un revival di pratiche partecipative legate al Sessantotto, Augusta Monferrini con sottile ironia rileva l’attività clandestina del gruppo «alternativo e underground, o piuttosto catacombale (siamo a Roma)» di cui coglie l’attività sotterranea e mimetica nello spazio urbano, realizzata confondendosi con il sistema della società dei consumi e la pubblicità attraverso la simulazione ed il conseguente “inganno” del passante.
 
   Forte di questa “garbata ed elegante stroncatura” il gruppo di artisti guidato da Nardone utilizza questa stessa definizione, efficace e sintetica, per la prima rassegna a loro dedicata fuori dal contesto romano: l'assunto che i Piombinesi utilizzino l'inganno per la loro produzione artistica e che la loro presenza sia dissimulata all'interno dello spazio urbano è il punto di partenza di Nardone per affrontare nel testo critico in catalogo un'approfondita analisi degli aspetti più significativi dell'intervento piombinese. 
(da Simona Antonacci, L'altra Roma negli anni ottanta. L'Eventualismo ed il Gruppo di Piombino, un confronto, tesi di Specializzazione in Storia dell'Arte, Università di Siena, 2011) 




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